martedì 23 dicembre 2008

A Natale, l'altro è il nemico.

Natale, si sa, ci rende tutti più cattivi:
Chi è solo si sente più solo, specialmente se qualche famigliola felice e caritatevole lo invita al pranzo del 25 dicembre e poi non se lo fila più per un anno.
Chi è povero si sente ancora più pezzente, soprattutto se gli portano il caviale alla mensa dei frati, visto che non potrà più toccarlo per il resto della sua esistenza.
Le famiglie infelici sono costrette a passare del tempo insieme, quando ciascuno starebbe meglio a farsi i cavoli propri con gli amici o l'amante come tutti gli altri giorni.

Ma anche chi è fortunato, perché va d'accordo con mariti, mogli, fratelli, genitori, zii, cognati, suoceri, nipoti ecc... e non se la passa male quanto a soldi, subisce vari tormenti:
  1. Deve comprare regali a tutti quelli che ama, mentre tutto il resto delle città sta facendo la stessa cosa. Risultato: non avrà tempo di pensare ai gusti e alle esigenze di ciascuno e sceglierà roba così così, per la gioia dei negozianti, che a dicembre piazzano ogni tipo di fuffa. E soprattutto, odierà il prossimo. A Natale, l'altro (quello che è in coda con te alla cassa, che vuol prendere l'ultimo giocattolo del modello che piace al tuo nipotino o affolla il tuo autobus, mentre siete entrambi carichi di pacchetti) è il nemico.
  2. La sua casella di posta e elettronica e il suo cellulare sono invasi da insulsi messaggini che gli augurano un Buon Natale. Come se il Natale potesse essere "buono".
  3. Il suo senso estetico ed ecologico è costantemente offeso da lucette di pessimo gusto che specano energia, orrendi vecchi di plastica appesi alle finestre, oscene musichette sempre uguali che l'assillano in tutti i luoghi pubblici.
  4. Viene assalito da "poveri" che non si vedono in giro per tutto l'anno, ma che a Natale spuntano come funghi sostenendo di avere fame. E ci credo, non mangiano dal dicembre precedente...
  5. In tv non riesce a evitare il trailer del Film di Natale e deve prendere coscienza del fatto che una larga parte della popolazione italiana ride se uno dice "crasi" e l'altro capisce "scorreggia".
  6. Se ha avuto un'infanzia infelice, tutto l'induce a ripensarci. Se è stato un bambino gioioso, si deprime perché oggi la sua vita non è più spensierata come quando era piccolo.
  7. Se i suoi famigliari vivono in città diverse, passerà almeno un mese a litigare con tutti, per accordarsi su dove trovarsi. E grazie agli spostamenti di massa sulle strade gelate, c'è sempre qualche famiglia che si riunisce al Pronto Soccorso.
  8. Se è innamorato, deve scegliere tra passare la festa lontano dal suo tesoro o presentarlo alla mamma, scatenando aspettative (da parte della genitrice) e crisi di panico (del partner).
  9. Se è un bambino, viene trattato da povero scemo e gli raccontano che a portargli i regali è un vecchiaccio ciccione, che sembra una lattina della Coca Cola con troppo gas dentro.
  10. Se è cristiano, dovrà lottare per ritagliarsi il tempo di andare a Messa. Tra pranzi, auguri, regali e menate varie, il compleanno di quel povero Cristo di Gesù di Nazareth ce lo ricordiamo in pochi.

Per tutti questi motivi, ho deciso di fondare il Movimento contro il Natale.

Obiettivo: far passare di moda questa deleteria iniziativa di marketing, volta solo a vendere fuffa prima dell'inizio dei saldi, e a far sì che il 25 dicembre torni a essere solo una normale festa religiosa cristiana, come la Pasqua, l'Epifania o, per i cattolici, l'Immacolata Concezione.

Prime mosse:

Evitare di inviare gli auguri di Buone Feste: se si è davvero in contatto con una persona, sono superflui, faltrimenti, farsi vivi solo a Natale è da ipocriti.

Non esporre inutili gadget, specie se luminosi. Il pianeta soffre perché noi sprechiamo energia.

Non raccontare ai bambini di Babbo Natale. Sapere che i doni arrivano dalle persone che li amano, può solo farli sentire felici.

Limitare al minimo le riunioni familiari.

Limitare al minimo i doni e possibilmente riciclare oggetti già in nostro possesso. I veri regali, pensati con amore e graditi a chi li riceve, facciamoli quando vogliamo noi, in date significative per il nostro rapporto con quella persona speciale. Il Natale esiste perché fa vendere. Smettiamo di comprare e smetteranno di menarcela con pubblicità melense, film scemi, retorica e un buonismo che serve solo al consumismo.

Tutte le idee, i commenti e le proposte sono estremamente graditi.

mercoledì 10 dicembre 2008

Perla di saggezza:

Legge di Miyagi:
"Camminale per stlada, hm? Tu camminale lato sinistlo, tutto bene. Tu camminale lato destlo, bene lo stesso. Tu camminale in mezzo, plioma o poi tu schiacciato come chicco d'uva". Da Karate Kid.
Per esempio:
La Rai manda in onda il film Brokeback Mountain, che è una storia d'amore tra due uomini, tutto bene.
La Rai manda in onda un altro film, che non parla d'amore tra due uomini, bene lo stesso.
La Rai manda in onda Brokeback Mountain tagliando le sue scene d'amore tra uomini più esplicite, fa una figura di merda.

venerdì 5 dicembre 2008

Esperimenti sugli animali

Ho fatto annusare alla mia gatta Minerva i profumi che Silvio Levi mi ha fatto conoscere ieri, tanto per vedere le reazioni.. Ho cominciato con Let me play the lion, per via del nome felino. Minerva l'ha annusato, poi ha allontanato il musetto, ha giocato un po' con la cartina, si dev'essere resa conto che non è commestibile, ha perso interesse e si è dedicata a lavarsi. Ho provato a metterle sotto il naso, una alla volta, tutte le altre cartine. Indifferenza totale. Al massimo, se proprio le avvicinavo molto, mi guardava scocciata, come per dire: "Che cavolo di esperimenti fai? Sono un gatto, mica una cavia!", si è persino addormentata. Infine ho tirato fuori L'Antimatière. Minerva ha tirato su la testa di colpo, con gli occhioni verdi sbarrati, le orecchie dritte, annusava l'aria in tutte le direzioni, senza capire da vove venisse quell'odore. Si è messa a fissare un punto, nel vuoto, come fanno i gatti ogni tanto. è per questo che si dice vedano i fanatsmi. E se l'L'Antimatière fosse l'odore di uno spettro?

Non chiamiamoli nasi

Ho passato ieri sera ad annusare: legno di agar, patchouli, verde di violetta e muschio di quercia. A guidare una ventina di appassionati di fragranze nell'esplorazione della profumeria artistica c'era Silvio Levi, uno dei massimi esperti italiani dell'argomento. Ci ha raccontato il lavoro dei compositori di profumi, le scuole dove imparano a distinguere almeno 300 odori diversi e soprattutto: "Non chiamiamoli nasi. Un compositore di musica lo chiamereste orecchio? Sono artisti che si esprimono con gli odori, invece che con i suoni o i colori".
Ho scoperto L'antimatiére, uno strano profumo che riesco a sentire solo quando non ce l'ho addosso (e su di me lo avvertono solo gli altri). Brezza di Seta, che sa di signora che si prepara per una serata a teatro, Preludio d'oriente, incenso e legno antico, che mi ricorda di quando facevo la chierichetta, Mistero, caldo,equilibrato e passionale, Himalaya, da gentiluomo di ventura, Marlborough, da bravo ragazzo in giacca e cravatta. Battuta di Silvio Levi: "Io vi dò i profumi, gli uomini trovateveli voi".
Alla fine, mi sono appassionata a Preludio d'Oriente, che mi ricorda un po' anche la notte che ho passato accanto al falò nella savana africana e Let me play the lion, di Isabelle Doyen, che somiglia a Mechant Loup dell'Artisan Parfumeur , però è un po' più dolce, almeno sulla mia pelle. e a Spring Flower, molto simile nelle note a Dewberry del Body Shop, il profumo della mia adolescenza, ma infinitamente superiore nella qualità.
Quando avrò finito la ventina di profumi che già possiedo, comprerò uno dei tre.
A proposito di Dewberry, sarà cheap, ma è memorabile. Qualche mese fa, una persona che non vedevo da quasi dieci anni mi ha scritto questo sms: "scusa, qual era il profumo che usavi all'università? L'ho sentito su una ragazza in metrò e vorrei comprarlo".


mercoledì 3 dicembre 2008

L'importanza di chiamarsi Porcelli

L'apparente disgrazia di un cognome come il mio è in realtà una fortuna. Ecco i vantaggi:
1) Stimola il senso del ridicolo e impedisce di prendersi troppo sul serio
2) Fin dalla prima infanzia permette di riconoscere e snobbare i deficienti: sono quelli che grugniscono quando la maestra chiama il tuo nome all'appello. da adulti sono quelli che quando ti presenti come "Elena Porcelli" dicono "promette bene!" giocandosi qualsiasi possibilità anche nel caso fossimo i due ultimi sopravvissuti alla distruzione del mondo.
3) Talvolta induce avversari poco avveduti ad autoeliminarsi da una discussione in un forum: mi danno della "porcella" e vengono immediatamente sommersi dalle pernacchie di tutti gli altri utenti.
4) Abbracciare il proprio suino interiore autorizza a fare un sacco di cose: tenere tutto in disordine (dove si è mai visto un porcello ordinato?), mangiare a conferenze stampa dove le altre piluccano (porco parco è un ossimoro, oltre che un cambio di vocale da Settimana Enigmistica), vestirsi comodi anche quando le fashion victim inorridiscono (il maiale non è un animale elegante) e altro che non sto a dettagliare. In pratica, si può applicare a se stessi il decalogo dell'ippopotamo felice. Basta sostituire "l'ippopotamo" con "il porcello"
5) Ha permesso alla mia amica Stefania Berbenni d'inventare il titolo di questo blog.