lunedì 23 marzo 2009

L'indignazione contro B16 è il nuovo tubino nero

I fatti:
La trascrizione integrale delle parole di Benedetto XVI (Da qui in poi B16). L'ho presa dal blog di Sandro Magister, vaticanista dell'Espresso, tra i pochi giornalisti che si sono preoccupati di informare, prima di commentare. A porre la domanda al Papa, martedì 17 marzo, sull’aereo che lo portava in Camerun, è stato il giornalista Philippe Visseyrias del canale televisivo France 2.
D. – Santità, tra i molti mali che travagliano l’Africa, vi è anche e in particolare quello della diffusione dell’Aids. Lei affronterà questo tema, durante il viaggio? La posizione della Chiesa cattolica sul modo di lottare contro di esso viene spesso considerata non realistica e non efficace.
R. – Io direi il contrario: penso che la realtà più efficiente, più presente sul fronte della lotta contro l’Aids sia proprio la Chiesa cattolica, con i suoi movimenti, con le sue diverse realtà. Penso alla comunità di Sant’Egidio che fa tanto, visibilmente e anche invisibilmente, per la lotta contro l’Aids, ai camilliani, a tutte le suore che sono a disposizione dei malati… Direi che non si può superare questo problema dell’Aids solo con slogan pubblicitari. Se non c’è l’anima, se gli africani non si aiutano, non si può risolvere il flagello con la distribuzione di preservativi: al contrario, il rischio è di aumentare il problema. La soluzione può trovarsi solo in un duplice impegno: il primo, una umanizzazione della sessualità, cioè un rinnovo spirituale e umano che porti con sé un nuovo modo di comportarsi l’uno con l’altro, e secondo, una vera amicizia anche e soprattutto per le persone sofferenti, la disponibilità, anche con sacrifici, con rinunce personali, a essere con i sofferenti. E questi sono i fattori che aiutano e che portano visibili progressi. Perciò, direi questa nostra duplice forza di rinnovare l’uomo interiormente, di dare forza spirituale e umana per un comportamento giusto nei confronti del proprio corpo e di quello dell’altro, e questa capacità di soffrire con i sofferenti, di rimanere presente nelle situazioni di prova. Mi sembra che questa sia la giusta risposta, e la Chiesa fa questo e così offre un contributo grandissimo e importante. Ringraziamo tutti coloro che lo fanno.
E queste sono le mie personali pensate:
B16 ha promesso di scomunicare i tanti preti e suore missionari che, dopo aver educato i sieropositivi al rispetto di sé e del prossimo, gli consigliano, se dovessero cadere in tentazione, di usare almeno il preservativo? No, non lo ha fatto, eppure B16 non è tanto fesso da ignorare che questo succede molto spesso, in Africa e anche in Europa. Ha detto che il preservativo non è una barriera contro l'Hiv? Neppure, e poi queste son cose che devono dire i medici.
Ma prendersela con B16 è molto chic, fa tanto progressista, democratico, liberale, laico e sessualmente evoluto. E soprattutto, non impegna. È una sorta di tubino nero, lo stile ideale per qualsiasi governante, giornalista, uomo di spettacolo europeo.
Sfidare le ricchissime e potentissime multinazionali del farmaco per rendere accessibili ai poveri dell'Africa le cure che permettono ai malati di vivere più a lungo e ai bimbi di non beccarsi l'Hiv dalle mamme sieropositive è difficile e rischioso. E poi è complicato da spiegare a lettori, elettori e telespettatori europei, che si annoiano a morte a sentir parlare di Terzo Mondo, a meno che non ci sia di mezzo il sesso.
Vi risulta che i governi europei, tanto indignati con B16 si siano mai impegnati seriamente per combattere la miseria e l'ignoranza in Africa? No. Molto più facile e meno caro mandare qualche milione di preservativi. Se poi la gente non sa cos'è un virus e pensa che avere molti figli sia l'unica garanzia per la vecchiaia, all'Europa non importa niente.
L'ex presidente sudafricano Thabo Mbeki ha sulla coscienza decine di migliaia di vite (almeno) perché, finché è stato al potere ha impedito di fare qualsiasi tipo di seria prevenzione contro l'Aids nel proprio paese. È un convinto sostenitore della teoria della cospirazione più idiota di tutte, quella secondo cui l'Aids sarebbe un'invenzione delle case farmaceutiche e della Cia. Ma con lui i governi europei mica si sono indignati. Prendersela con il delfino di Nelson Mandela non è mica chic.
Intanto, la Chiesa africana ignora questa bagarre tutta occidentale e continua a lavorare contro la povertà, l'ignoranza e l'Aids. Laggiù, il tubino nero proprio non serve.

1 commento:

  1. Ciao Elena,
    mi ricordo che hai tempi del liceo (almeno 3 lustri fa), un mio prof che aveva lavorato in Africa nell'ambito di un programma collaborativo per la formazione di medici e docenti, ci raccontò come l'uso del contraccettivo era un vero e proprio problema. Sia perchè diventava quasi ridicolo fornire di pillole donne che non potevano permettersi di mangiare tutti i giorni e sia perchè i preservativi donati trovavano impiego come borracce.
    Di questo professore si poteva dire tutto tranne che fosse cattolico, evidentemente i vari radical chic italiani non hanno ben presente la realtà africana.
    Ciao e complimenti per il blog

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