venerdì 17 luglio 2009

Vittime dello scemo del villaggio globale

Ilenia Visca e Paolo Monasterolo sono vittime di diffamazione a mezzo internet.
Un individuo, probabilmente privo di vita sessuale e intellettuale, non ha trovato di meglio che inventarsi un appello in cui li dipinge come pericolosi hacker e diffonderlo su Facebook. La pessima ed endemica abitudine di inoltrare qualsiasi sciocchezza compaia nel proprio account senza fare un minimo di verifica o almeno di riflessione logica, ha fatto il resto. Ilenia e Paolo sono stati costretti a cancellarsi dal social network. I dettagli li trovate nel sito del benemerito Paolo Attivissimo.
A chi ha diffuso questa fesseria (o quelle, analoghe, che hanno danneggiato altri innocenti) vorrei far presenti due cose:
  1. Secondo voi un hacker usa il proprio vero nome, invece di uno psuedonimo qualsiasi, da cambiare appena viene sgamato?
  2. Leggetevi bene l'articolo 594 del codice penale. Guardate che internet non è un'oasi di impunità. Siete responsabili di quello che scrivete o inoltrate. Prima o poi a qualcuno gireranno seriamente le scatole e gli verrà voglia di prendere un avvocato. E la scusa "ma me l'ha detto mio cuggino..." difficilmente commuoverà il giudice

2 commenti:

  1. Se è per quello, io stò vivendo un processo penale per diffamazione solo perché ho postato in un Blog (http://www.jesoloforum.com/2006/08/alisea-tia-e/) delle domande tendenziose (?) a cui non ho mai ricevuto risposta se non con un'ingiunzione del tribunale dopo 4 anni dall'accaduto...
    A Novembre mi rivedo con il Giudice, ma la cosa è fastidiosa (e costosa), visto che il ladro non sono io...
    ;-)

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  2. Oggi come oggi, un blogger si trova ad avere, rispetto al contenuto dei propri articoli, la stessa responsabilità del direttore responsabile di una testata giornalistica.
    Però normalmente non ha gli stessi mezzi, per verificare le notizie, né la stessa preparazione giuridica, perché, non essendo giornalista professionista, nessuno ha verificato le sue competenze in diritto dell'informazione né un editore alle spalle, che di solito copre le spese legali, almeno fino a condanna definitiva.
    A chiunque scriva su Internet consiglio di studiarsi bene un manuale di Diritto dell'Informazione, per esempio quello di Franco Abruzzo e regolarsi come se fosse un giornalista, nei doveri, e come un comune cittadino nei diritti. Per esempio, non ha diritto al segreto professionale sulle fonti. Mentre mi sembra che i giudici tendano a riconoscergli almeno il diritto di cronaca, il che dovrebbe portare, nel tuo caso, all'assoluzione.

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